giovedì 21 settembre 2017

L'UOMO E LA LUNA



“Che fai tu, luna in ciel? Dimmi che fai, Silenziosa luna?”
(Giacomo Leopardi, Canto Notturno di un pastore errante dell’Asia)


Quando l’uomo sbarcò sulla luna sentì il piede leggero accarezzare la sabbia grigia.
Poi si guardò intorno alla ricerca di qualcosa o di qualcuno.
Camminava e le sue scarpe lasciavano impronte sul terreno sabbioso.
Avrebbe facilmente ritrovato la strada del ritorno anche se si fosse allontanato un po’ dalla sua navicella.
Camminava da alcuni interminabili e silenziosi minuti quando scorse una porticina sul terreno.
Se l’avesse aperta sarebbe stato ingoiato dalla luna?
Sarebbe precipitato nel vuoto?
Sentì brividi di tensione percorrere ogni centimetro del suo corpo.
Quel viaggio aveva dell’incredibile e valeva la pena viverlo fino in fondo, si disse.
Si accovacciò e cercò di aprire la porta.
Ma la porta sembrava inchiodata al suolo.
Allora bussò. Toc
Bussò ancora. Toc toc
E poi ancora. Toc toc toc
Poi la porta si aprì e una forte luce lo investì.
Si sentì attratto da una forte carica magnetica e venne come risucchiato dall’apertura.
Ruzzolò per una scala a chiocciola finché cadde in quella che sembrava essere una cucina.
La signora Lunatica stava preparando la sua ricetta migliore: la Zuppa di Stelle!
Ne aveva colte di fresche la mattina prima che l’alba sorgesse.
E ora ribollivano nel pentolone rilasciando un liquido giallo e luminoso.
“Per tutti i pianeti dell’universo!” esclamò “chi e’ lei e cosa ci fa in casa mia?”
Per difendersi dall’intruso la signora lunatica brandiva un mestolo bucato.
L’uomo ancora frastornato dalla caduta pensò di sognare.
Come poteva essere reale quello che vedeva davanti ai suoi occhi?
Non solo una forma di vita sulla luna, ma una anziana signora dalle sembianze umane. A dire il vero gli ricordava la sua vecchia prozia Mirtilla.
La signora Lunatica sembrava spaventata ancora più di lui.
“Mi perdoni, la porta si e’ aperta e sono caduto dentro” non era una grande spiegazione, ma era tutto quello che l’uomo riuscì a dire, e sembrò tranquillizzare la signora Lunatica, che smise di puntargli il mestolo contro e riprese a rimestare la sua zuppa. Poi la assaggiò soddisfatta: “Quasi pronta. Ne vuole un po’?”
“Grazie. Che cos’e?”
La signora Lunatica lo guardò storto “Zuppa di stelle, non vede?” E pescò col mestolo bucato una stella afflosciata
“Vengo dalla terra” spiegò l‘uomo
“Sono arrivato sulla luna con una navicella”
“Ho attraversato lo spazio”
Ma la signora Lunatica non sembrava troppo interessata. Prese due piatti e con garbo li riempì della sua zuppa.
“Prego, si accomodi” disse gentile
“Grazie”
“Perché non si toglie quel casco. Altrimenti come farà a mangiare?”
“Oh non credo sia una buona idea. Temo di non poter respirare senza”
“Certo che può. Io lo faccio tranquillamente”
“Ma lei abita qui”
“Provi, mi dia retta” disse lei
L’uomo si tolse il casco e con suo stupore non ebbe alcun problema a respirare.
“Vede, cosa le dicevo.. Buon appetito!”
La zuppa di stelle dal suo piatto ricolmo illuminava tutta la stanza. L’uomo prese il cucchiaio, bucato come il mestolo, e tirò fuori da quel liquido giallo fluorescente una piccola stella.
Osservò la signora Lunatica.
Mangiava una stella dopo l’altra con gusto, soddisfatta della riuscita della sua ricetta.
“Perché non mangia? Non le piace?” gli chiese.
L’uomo imbarazzato si mise in bocca il cucchiaio con la stella e poi strinse i denti.
Non la mandò giù subito.
Prima sentì in bocca un forte sapore salato. Ebbe la tentazione di sputarla ma resistette.
Poi il sapore si fece estremamente dolce ed ebbe la sensazione di tossire ma si trattenne.
Poi i due sapori opposti si fusero insieme, masticò la stella e la inghiottì.
Ebbe infine la certezza che quella era la cosa più buona che avesse mai assaggiato in vita sua. La perfezione assoluta.
“E’ squisita” disse alla signora Lunatica, che felice fece un sorriso.
Quando ebbero finito di mangiare tutte le stelle l’uomo chiese perché il cucchiaio fosse bucato e perché il brodo dovesse rimanere li nel piatto. La signora Lunatica rise
“Se lo bevessimo come potrei cuocere altre stelle? Queste stelle cuciono nello stesso brodo da più di settant’anni!”
L’uomo meravigliato non capiva.
“La zuppa di stelle si può fare solo col brodo di stelle comete, ed e’ cosi difficile catturarne il succo!” si lamentò la signora Lunatica. Poi prese i piatti e rovesciò il brodo fosforescente nella pentola insieme a quello rimasto.
“Bene, mi ha fatto piacere conoscerla” disse rivolta all’uomo per congedarlo.
Lui avrebbe voluto chiederle chi fosse, se ci fossero altre forme di vita sulla luna e come vivessero.
Ma l’atmosfera tra loro era così magica che non volle rovinare tutto.
Mise da parte la sua curiosità scientifica e si disse che non avrebbe mai raccontato a nessuno di questa storia.
Le cose belle vanno talvolta preservate e conservate solo nella nostra memoria.
Ringraziò la signora Lunatica per l’accoglienza e l’ottimo pranzo e fece per risalire le scale quando l’anziana signora lo fermò “Aspetti! Dimentica il suo casco. Se lo rimetta altrimenti la fuori non potrà respirare”
Lui ringraziò, la salutò nuovamente e poi risalì in superficie.
La porticina era rimasta aperta, ma quando lui usci essa si richiuse e scomparve tra la polvere.
L’uomo ripercorse le sue deboli impronte e ritrovò la navicella.
I colleghi che lo stavano aspettando gli chiesero:
“Trovato nulla?”
E lui rispose “Nulla, solo sabbia”
Dentro di sé si sentiva felice per quell’incontro.
Era stato accolto senza bisogno di troppe spiegazioni.
A quella signora non importava da dove lui venisse.
Gli aveva dato ospitalità, gli aveva servito un buon piatto di minestra e l’aveva rassicurato che avrebbe respirato anche senza casco.
Lui d’altro canto aveva sopito la sua curiosità di scienziato alla scoperta di un mondo nuovo. Aveva avuto rispetto ed era stato un ospite educato.
Non si erano detti grandi cose lui e la signora Lunatica.
Semplicemente non ne sentivano il bisogno.
Era bastato condividere quell’attimo per conoscersi.
E la navicella decollò!

giovedì 15 aprile 2010

La Morte La Vita e Fellini


Non sono mai stata così vicino alla morte e alla vita come in questo momento.

Ed è proprio in questo momento che ho incontrato Fellini.

E' stato un po' per caso.

Gironzolavo tra gli scaffali della biblioteca in cerca di un Americano, ed è arrivato lui.. che l'America l'ha sempre guardata da lontano.

Ha cominciato a raccontarmi di quel suo viaggio in Messico.
Senza sapere che io sapevo già tutto.
Ma si vedeva che gli piaceva raccontare di quel mistero che ancora oggi rimane tale.
E così ho lasciato che seguitasse senza interromperlo.

Dalla Biblioteca ci siamo trasferiti a casa mia. E poi il giorno seguente abbiamo viaggiato in treno.

Non riuscivo a smettere di ascoltarlo. Mi parlava del Teatro, del Cinema, e di Cinecittà.

Lui a Cinecittà non ci abita. Ci vive.
C'erano i Giapponesi, e c'era Rubini.
Giravano un film nel film, e così mi ha raccontato alcuni dei suoi segreti.

Adoro quest'uomo! Mi sono detta.
Lui è il cinema. La passione che si realizza. Il sogno che continua.

Quel suo ostinarsi a riprodurre la realtà, le persone, le città, i sentimenti
Quel suo desiderio di plasmare storie
Altro non è che il desiderio di un artista di poter creare.

Ora so perchè in questo momento
di Morte e di Vita
mi è apparso Fellini.

Perchè tra la Morte e la Vita
ci può essere solo una cosa:
l'Arte!

venerdì 26 febbraio 2010

Homes On The Move



Autori: Stefania Vairelli, Donato Nappo.
Editore: Ulmann - Germania
Lingua: Inglese-Tedesco.
Anno di pubblicazione: 2010

Questo libro ripercorre la storia della dimora temporanea, dalle origini del suo significato fino ad arrivare alle soluzioni odierne, toccando le più diverse zone geografiche. Si vedrà come la casa o un luogo fisico non siano altro che concetti, e che per esistere non abbiano bisogno necessariamente di muri, di confini, di una strada o di un paese ben definiti e stabili in cui ergersi. La possibilità di costruire e di spostare in qualsiasi momento la propria abitazione, se in epoca antica o per certe popolazioni ancora oggi costituisce una necessità, con l’evolversi del concetto di mobilità diventa attraverso gli anni una scelta, uno stile di vita, e un campo molto ambito da architetti, ingegneri e designers di tutto il mondo, in cui poter sperimentare nuove soluzioni, tecniche costruttive e materiali. Homes on the Move propone una selezione delle diverse tipologie di case mobili, tra quelle che sono sembrate più adatte a segnare una tappa importante nella storia del design e dell’architettura. Alcune sono state scelte per il loro aspetto funzionale, altre per la loro bellezza estetica, altre ancora per la loro sostenibilità e l’uso di materiali ecologici.
Tutte sono state scelte come espressione dell’abitare, dove nulla è fermo, e spazio interno ed esterno si fondono in un'unica dimensione.

Veicoli a motore


Autori: Stefania Vairelli, Donato Nappo.
Editore: Gribaudo
Lingua: Italiano, Portoghese, Ungherese.
Anno di pubblicazione: 2006

La storia dei mezzi di trasporto, dalle auto ai motocicli, dai camion agli autobus, raccontata attraverso i modelli più significativi. Una panoramica completa che, dalle origini, alla fine dell'Ottocento, arriva fino ai giorni nostri con i modelli più avveniristici.
In 9 capitoli, ognuno dedicato a un periodo significativo, il libro presenta e illustra oltre 150 veicoli con dettagliate schede che documentano la nascita del progetto, le caratteristiche e le curiosità legate al costruttore, al designer e alla fortuna del modello nella storia del costume.
Un volume unico per scoprire tutti i segreti dei più celebri mezzi che hanno fatto la storia del transportation design, dal mitico triciclo a motore di Carl Benz del 1886 alla prestigiosa Rolls-Royce, dalla rivoluzionaria Ford T alla lussuosa Isotta Fraschini, dalla scattante moto Guzzi alla roboante Harley Davidson, dal primo camion della General Motors al moderno Globetrotter...

PREFAZIONE
Si è soliti attribuire al design connotazioni inerenti al mondo dell'arredamento e a ciò che sta intorno al mondo degli oggetti. Quante volte abbiamo sentito parlare di design degli interni, di design di mobili, di design di industria applicata. Eppure la parola design ha significati ben più ampi e talvolta ancora inesplorati. Non vogliamo addentrarci nella parte filosofica del concetto, forse non basterebbe l'intero libro a spiegarlo. Vogliamo solo divulgare ulteriormente il messaggio di design e avventurarci con esso in un mondo affascinante, quale è quello dei mezzi di trasporto su ruote.
È ampiamente riconosciuta l'importanza della forma di un'auto, di una moto, ma forse meno nota appare, nell' immaginario collettivo, l'importanza della forma di un autobus e di un camion. Il transportation design è tutto questo. È lo studio dell'evoluzione formale ed estetica degli autoveicoli, dalle sue origin fino ai giorni nostri.
È una storia che procede a livello cronologico e attraversa il mondo del trasporto su gomma, insieme a coloro che, con l'ingegno sono riusciti a determinare le evoluzioni e le tappe più significative a livello mondiale. La storia è fatta di "macchine"e uomini, di case costruttrici e di creatori indipendenti, di artigiani fantasiosi, di stilisti, a cui diamo il nome di designer. Lo studio sull'evoluzione storica del design dei veicoli su ruote si snoda attraverso nove capitoli, divisi secondo il criterio cronologico, dall'inizio del secolo fino ad arrivare ai giorni nostri e a una panoramica sulle tendenze del "prossimo" futuro. Ogni capitolo è composto da un breve resoconto storico e sociale del periodo analizzato, da una serie di schede testuali e da immagini dei modelli più significativi da noi scelti secondo criteri di originalità, innovazione formale e tecnologica, funzionalità, riscontro popolare e di mercato. La divisione cronologica prevede, dunque, l'integrazione delle categorie analizzate (automobili-motocicli-autobus-camion) all'interno dello stesso capitolo.
In questo modo si avrà il panorama completo dell'evoluzione del transportation design a seconda dei cambiamenti storici. Questo volume vi accompagnerà lungo un percorso denso di avvenimenti, scoperte, cambiamenti sociali ed economici.

giovedì 25 febbraio 2010

2CV : a spasso per il XX secolo


Autori: Stefania Vairelli e Donato Nappo.
Editore: Gribaudo.
Paesi di Pubblicazione: Italia, Francia, Inghilterra, Belgio, Germania.
Lingue: Italiano-Inglese, Tedesco, Francese-Tedesco.

PREFAZIONE:
Flaminio Bertoni, stilista Citroèn dagli anni Trenta agli anni Sessanta, pensava che un'auto deve essere in grado di «fare la moda e di non subirla». Non c'è dubbio che proprio la 2CV sia stata un'applicazione perfetta di questa affermazione. Con più di 5 milioni di esemplari prodotti tra il 1948 ed il 1991, la 2CV ha attraversato un'epoca che va dal secondo dopoguerra alla caduta del muro di Berlino, restando sostanzialmente la stessa. La scarna razionalità dei primi prototipi del 1936, insieme alla linea "a uovo", fecero della 2CV una sintesi di forma e tecnica collocata in uno spazio preciso, ma fuori dal tempo e dell'universo automobilistico. La 2CV è diventata di volta in volta l'auto di giovani ricchi e poveri, di snob e intellettuali, di conservatori e rivoluzionari, incarnando uno stile di vita e un costume. La 2CV continua a proporsi con la stessa sfrontatezza allegra che ne ha fatto l'auto che ha percorso il maggior numero di giri del mondo e dà vita oggi a club che contano migliaia di appassionati. Non male, per un immortale "incrocio tra Pegaso e un tritaverdure...".